Un tema dei più spinosi da sempre per chi gestisce una società sportiva, è il rapporto che si deve instaurare tra le tre componenti fondamentali di un settore giovanile: i ragazzi, che sono i veri protagonisti, i tecnici, che hanno il compito di trasmettere informazioni tecniche e soprattutto di sviluppare l’autostima e il carattere dei giovani giocatori, ed infine i genitori, che hanno un ruolo fondamentale nell’accompagnare il ragazzo per proprio percorso sportivo.

A patto che ognuno rimanga fedele a rispettare il proprio ruolo. Perché un genitore o un allenatore, se rema controcorrente rispetto alla direzione del figlio e della società, può diventare un problema particolarmente spinoso. Alla fine per il ragazzo in primis. Come in ogni aspetto della vita, alla base del rapporto ci deve essere rispetto e voglia di fare solo il bene del ragazzo.

La prima regola deve quindi essere quella di instaurare un rapporto basato sul dialogo, che veda operatori della società e genitori utilizzare gli stessi input, rinforzi e metodi educativi per accompagnare il ragazzo in un percorso come quello del futsal e dello sport in generale dove la competizione e la voglia di arrivare la fanno da padrone.

Non si dovrebbe mai imporre ai figli le proprie ambizioni personali: ogni ragazzo ha i suoi tempi e le proprie capacità; quindi, il confronto con precedenti esperienze sportive non fornisce nessun supporto al ragazzo. Il genitore dovrebbe essere sempre di supporto per il figlio, aiutandolo con un rinforzo positivo, non cercando mai di sostituirsi all’allenatore: il calcio è lo sport di tutti, dove tutti hanno le proprie idee, ma il genitore deve limitarsi solo a supportare il figlio prima, durante e dopo la prestazione.

Importante da parte dei genitori è anche cercare da un lato di aiutare il figlio con comportamenti incoraggianti, ma al tempo stesso rispettarne le paure e i limiti. Mai come oggi però purtroppo, grazie ai nuovi media, il mondo del calcio è demonizzato per sporadici episodi di maleducazione e talvolta violenza che vedono coinvolti genitori di ragazzini in campetti di provincia. Ma il calcio non deve rovinato da pochi; perché alla base ci deve essere sempre un costante rapporto di condivisione tra le parti in causa.

Allenatori, dirigenti e genitori hanno di fatto lo stesso obiettivo reale, che è quello di aiutare il ragazzo a tirare fuori il meglio di sé per sfruttare nel migliore dei modi il proprio potenziale, tecnico e caratteriale; quindi, è inevitabile che l’unico auspicio sia quello di una totale e costante cooperazione tra le parti.

Perché poi, alla fine, i ragazzi non devono avere come unico obiettivo quello di vincere o arrivare chissà dove, e i genitori non devono aspettarsi che il proprio figlio diventi un campione, anzi, devono dargli la possibilità di non esserlo, ma sentendosi apprezzato come se lo fosse…

Infine, una serie di consigli per il genitore che vede le partite a bordo campo.

1) L’allenatore allena, l’arbitro arbitra, tu divertiti… Il tuo compito è sostenere la squadra e tuo figlio, incitandolo a migliorarsi, quindi non pensare a consigli tecnici e goditi la partita!

2) Non c’è partita senza due squadre, non c’è gioco senza avversari. Divertiti e applaudi più forte che puoi!

3) La partita inizia nello spogliatoio, continua in campo e finisce con la doccia ed il terzo tempo: rispetta questi momenti e lascia tuo figlio si viva il gruppo!

4) La panchina non è una sconfitta, ma il punto di partenza. Non discutere le scelte dell’allenatore, spiega a tuo figlio che l’impegno in allenamento premia sempre e arriverà anche il suo momento!

5) La partita è la “verifica” dopo una settimana di allenamenti. Impara a cogliere i miglioramenti della squadra e di tuo figlio, e non pensare solo al risultato. Non importa se ha vinto o se ha perso, pensa solo che oggi si sia divertito!

 

Nicola Ciatti

Direttore Settore Giovanile e Scuola Calcio/Futsal

ASD Futsal Cornedo